| *Se quello era un "divertimento", allora al pennuto sarebbe sicuramente piaciuto prendere parte a una delle antiche guerre... quando non c'erano ancora eserciti, nè buoni nè cattivi. Quello SI che era stato divertimento. A quei tempi lei e Gabriel erano in grado di compiere le imprese più impensabili, insieme... nonchè di distruggere più cose possibili. E anche quando Lola ci si metteva, non era affatto male... Bei tempi, erano stati. In ogni caso, du felice di sentire che l'Angelo non aveva insistito più di tanto. Se non altro non aveva intenzione di morire quel giorno, il che era già una conquista. Il vecchio portò poco dopo un altro cristallo, questa volta di colore diverso ed, evidentemente, anche con diversi poteri e qualità. Beh, andava decisamente meglio. Se non altro avrebbero potuto interrompere il "gioco", con quello, invece che essere costretti a uccidere tutti i loro nemici. Per non parlare del fatto che il prezzo era decisamente più ragionevole. "vediamo sono 12 pepite d'oro un cristallo verde tre cristalli rossi un ametista un diamante e 4 piume di angelo." La Dea rise.* Così mi piaci! D'accordo... prendiamo questo. *La Regina chiuse gli occhi... dunque, quante pepite aveva chiesto? Dodici pepite... beh, non ci voleva molto. Per evitare che l'Angelo spendesse il suo prezioso oro, la Dea appoggiò una mano su una delle pareti pietrose del negozio. Ovviamente, ben presto sia la mano sia la parete si illuminarono di una brillante luce verde intenso. Non ci volle molto per le pepite: un paio di minuti ciascuna ed erano pronte. Spuntarono dalla parete come grossi funghi dorati, e caddero a terra con piccoli e silenziosi tonfi. Poi passò al cristallo verde. Anche per quello non ci volle molto: la Dea allontanò la mano dalla parete e la aprì, rivolta verso l'alto, tenendola ferma davanti a sè. Sussurrò parole incomprensibili e dopo un pò le apparve sul palmo sollevato un cristallo verde smeraldo delle dimensioni di un grosso masso. Era la volta dei cristalli rossi. Per quello le serviva qualcosa su cui lavorare, però... Riflettè un secondo, poi decise di fare a modo suo. Toccò il terreno, e un grande stelo si sollevò, apparentemente senza fatica. Sulla sua cima comparvero tre grossi fiori rossi come il sangue. Erano più o meno delle stesse dimensioni del cristallo verde di prima... anche stavolta, la Dea sussurrò parole arcane, e i tre giacinti si illuminarono per qualche attimo, trasformando la loro stessa natura: da esseri viventi a cristalli luminosi. Li prese tutti e tre delicatamente, mettendoli insieme al resto. Ora era la volta dell'ametista. Beh, era la sua pietra preferita: non era difficile procurarsene un pò. Con un sorriso a fior di labbra, pensando che quel negozio ormai si era trasformato in una sorta di miniera, l'Elfa si chinò sul terreno, raccogliendo tra le mani un pò di polvere e di terriccio. Si risollevò, tenendo il terriccio in una mano e l'altra sotto, aperta come per ricevere qualcosa. Fece scorrere la polvere attraverso il suo pugno chiuso, pronunciando formule incomprensibili, ed essa si illuminò, come fosse stato un piccolo fiume di luce. Quando la sabbia fu completamente scivolata via dal suo pugno chiuso, sulla mano aperta era comparsa un'ametista grande quanto il suo palmo. Ovviamente, anche quella, seppur meravigliosamente splendente nel suo colore viola intenso, finì in mezzo agli altri minerali e cristalli vari. Infine era il turno del diamante e delle piume d'Angelo. Di nuovo, la Dea appoggiò la mano sulla parete, ma questa volta solo parte di essa si tinse di verde. Là dove questo avvenne, l'Elfa cominciò quasi a "parlare con la pietra", come se fosse un'entità viva e potesse capirla. Ovviamente non si capiva nulla di ciò che stesse dicendo... ma evidentemente funzionò, perchè ben presto la pietra parve sporgere verso di lei, come se ci fosse qualcosa che premeva per uscire. Tirando un pò, Matty si ritrovò tra le mani un enorme diamante grezzo, che appoggiò sul tavolo accanto al vecchio. Beh, poteva ritenersi soddisfatta...* Manca ancora qualcosa. *Disse, osservando Nitram con un sorrisino furbo. Gli si avvicinò, con aria divertita.* Quattro piume d'Angelo...
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