| *La città era un luogo affollato e un pò movimentato, come tutte le città, del resto. C'era gente che andava, gente che veniva, bambini, le loro mamme, vecchietti, e perfino un paio di commercianti, sparsi quà e là in giro per le piazze, sulle loro bancarelle. Ma il tutto si svolgeva in perfetto ordine, senza urla, senza strepiti: tutto in armonia. Anche le case erano in armonia... in armonia con la Terra. Infatti gli Elfi non avevano mai amato abbattere gli alberi e spaccare le rocce, ma piuttosto plasmare gli uni e le altre al proprio volere: alcuni alberi secolari fungevano da palazzi, altri, più piccoli, erano piegati verso terra e facevano, con le loro foglie, da tetto alle botteghe degli artigiani. Tutta la città era in verde, e appese alle finestre, scavate come feritoie nelle cortecce legnose degli alberi, c'erano delle lanterne, che emettevano una strana luce verdognola. Ciò dimostrava che anche gli Elfi, seppure in misura molto ridotta, sapevano adoperare la luce. Nella piazza centrale, il luogo in cui si trovava l'Angelo, si aggiravano i personaggi più svariati: Nani venuti a commerciare gemme coi fabbri, Uomini venuti per ammirare la mercanzia dei venditori di tessuti, donne che cercavano gioielli preziosi per i loro lunghi colli.. E poi, lungo i marciapiedi, un paio di bambini, magari orfani o magari che si erano semplicemente persi, camminavano come in cerca di qualcosa. Alcuni di loro si abbassavano persino a fare domande ai passanti, per ricevere qualcosa, altri, invece, si rannicchiavano contro un muro e ridevano, come se si stessero nascondendo. Uno di loro, un piccoletto coi capelli neri e le orecchie che sporgevano appuntite dai lati della testa, vide uno strano signore vestito alla maniera elfica, e si incuriosì: non lo aveva mai visto prima. Il bimbo gli corse incontro, con il sorriso stampato sulla faccia e gli occhioni azzurri che brillavano di una luce intelligente* Signore, ehi, signore! *Gli disse, in elfico. Si guardò un attimo intorno, come per assicurarsi che non lo sentisse nessuno* Tu non sei di queste parti, vero? Non ti ho mai visto.. *E guardò lo strano signore, cercando di scorgerne i lineamenti nascosti dal mantello grigio. Il piccolo si chiamava Jay, ed era figlio di una delle guardie della Reggia della Regina. Ma questo l'Angelo non poteva saperlo*
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