| *C'era vento, quel pomeriggio, un fresco vento autunnale, che faceva tremare i rami degli alberi. No, non era ancora tempo di far cadere le foglie, non era ancora tempo di far andare in letargo orsi e ghiri. Era tempo di riflettere. Seduta su di un dirupo, coi piedi nudi che si affacciavano spavaldi oltre la roccia, la Regina degli Elfi, lo sguardo fisso in basso, verso valle, ripensava a tutto ciò che era accaduto. Angeli... creature strane, in grado di donare amore come di spargere odio, di brillare come di oscurare il sole. Ed era proprio quello che lui aveva fatto quella mattina: oscurare il sole. L'Angelo dell'Equilibrio. Non sapeva che dire o che pensare: ci aveva parlato, avevano discusso, le aveva fatto vedere il suo rifugio, un posto che non avrebbe mai dimenticato... e poi? Poi aveva deciso spudoratamente di baciarla. Che poteva pensare, che doveva fare, a quel punto? Voleva solo fare come se non fosse mai successo nulla, magari ricominciare daccapo. Ma non poteva tornare indietro nel tempo, pur essendo capace di grandi cose, per alcuni. L'unica cosa che poteva fare era stare lì seduta, a guardare fisso il vuoto, e a pensare. Pensare che non avrebbe mai potuto volare, per seguirlo nei suoi vagabondaggi.. pensare che l'unico modo che aveva per rimediare e andare avanti era parlargli. Ma a questo punto conveniva anche pensare a come trovarlo: dov'era ora? Ancora a casa sua? o magari aveva deciso di volare via, di andare da un'altra parte? Doveva riflettere anche su questo.*
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