Mistake |
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| Nimueh osservò tutti i ragazzini avvicinarsi al vecchio. Si allontanò ma riuscì ugualmente ad udire le sue parole.
Conosceva quell'angelo solo da un giorno, ma era bastato per farle provare una sorta di ammirazione nei suoi confronti. Quando chiuse gli occhi definitivamente, Nimueh rabbrividì. Lasciò che il gelo calasse su di lei per difenderla dalla sofferenza che le avrebbe causato. Soffocò le lacrime che minacciarono di rigarle il volto. Non voleva piangere, maledizione! Odiava sentirsi gli occhi umidi, le davano una sensazione di vulnerabilità che lei non sopportava. E poi, quante volte avrebbe ancora dovuto vivere una scena del genere? Si sentiva presa in giro. Qualunque cosa facesse, vedesse, pensasse sembrava essere lì per ricordarle la sua natura di mezzosangue e la morte dei suoi genitori. Faceva un rabbia tremenda. Nitram le si avvicinò per parlarle sottovoce, poi si scostò per sedersi accanto a piccoli.
Erano orfani. Di nuovo.
Era troppo. Nimueh si voltò e in silenzio uscì. L'aria fredda della notte le sferzò la pelle nuda, pizzicandola. Senza pensarci, volò su un albero-ultimamente parevano essere il suo rifugio preferito- celata dal fogliame. Alzò gli occhi al cielo, chiuse gli occhi e abbandonò ogni difesa lasciandosi travolgere dal tumulto delle sue emozioni. Erano troppi anni che le reprimeva, perchè non sfogarsi? Perchè non liberarsi una, una santissima volta, di quella maschera insensibile che indossava ogni volta?
Il suo grido si levò nell'oscurità.
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