| *Che razza di nervi! Odiava essere costretta a starsene lì, ferma come un sacco di patate, a guardarsi tutta la scena dal basso. Mentre lei osservava rapita i due pennuti volteggiare liberi nel cielo (non notando che in teoria stavano per uccidersi a vicenda), gli Angeli là sotto parlottavano tra di loro, facendo pronostici e chiedendosi chi diamine fosse il pazzo che aveva sfidato il loro tremendo capo. Ovviamente tutti puntavano sul pennuto chiazzato di nero... nessuno si era reso conto di chi fosse davvero lo "sfidante". Eppure lei credeva che molte guardie lo avessero visto al Castello, l'ultima volta.. Magari gli Angeli hanno poca memoria. La situazione si movimentò quando la Regina vide Nitram sfrecciare a velocità folle verso il bosco, cadendo in picchiata come un enorme falco, ovviamente seguito a ruota dal perfido compare. Sghignazzò, dentro di sè, seguendo prontamente i passi, o meglio le piume, dei due combattenti. Là in mezzo non avrebbe avuto alcun tipo di problema a fare ciò che doveva. Seguì passo passo la corsa di Nitram fra i rami dei suoi alberi, facilitandogli il cammino dove le era possibile e intralciando gli spostamenti del ribelle quando non poteva aiutarlo in altro modo.* Sai, è quasi divertente rincorrervi così. *Annunciò, sempre più divertita. Alla fine, quando Nitram assorbì parte dei poteri dell'altro Angelo e tutte le piume divennero bianche, si mise in posizione, rivolta verso il ribelle e pronta a fare ciò che doveva.* 25... così tanti? *Chiese sghignazzando. Il ribelle si era fermato un secondo su un ramo, forse preso dalla sorpresa o forse per riprendere fiato. Quale occasione più ghiotta di quella? Già il ciondolo si stava facendo nero, liberando i suoi poteri per rendere nuovamente nera l'ala dell'Angelo. Prima che tutto ciò potesse avvenire, qualcosa accadde, qualcosa che mandò completamente all'aria i piani del ribelle: un ramo si mosse, rapido come una vipera, mentre altri rami spuntavano fuori dal tronco dell'albero e gli si avvicinavano, famelici. In breve il pennuto fu avvolto da tremende spire, ben più forti di quelle di qualunque serpente, che lo tenevano bloccato, mentre il ramo che si era mosso per primo, giusto qualche secondo prima che il tempo scadesse, avviluppò e strappò via il ciondolo dal collo del malcapitato, che nel frattempo pareva soffocare. Non riusciva a spiegarsi il perchè, ma aveva una voglia matta di vedere quel pomposo sbruffone collassare.. In ogni caso, decise che era finalmente giunta l'ora di uscire allo scoperto... e fu così che comparve, ritta in piedi al fianco dell'unico e solo Angelo Ribelle che potesse esistere, vestita del colore dell'erba. Il ramo che aveva preso il ciondolo si mosse in sua direzione, lanciandoglielo, e lei prontamente lo afferrò. Era ancora circondato da uno strano alone nero, ma la Regina non se ne accorse. Guardava con odio l'uccellino che aveva messo in gabbia.* Essere abominevole.. *Sibilò, lasciando che i rami continuassero a stringere la presa. Sapeva che Nitram l'avrebbe fermata, ma finchè le era possibile, voleva sfogare la sua rabbia.*
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