nella città degli elfi

*Il piccolo Elfo rimase di nuovo a bocca aperta.
Ora era di nuovo vicino a lui e a suo padre, e gli stava scompigliando i capelli, cosa che a lui solitamente dava fastidio.
In quel momento non sapeva che accidenti fare, a parte lasciare che lui glieli scompigliasse tranquillamente.
Aveva effettivamente un pò paura a contraddire un Angelo... magari poi lo avrebbe fulminato, o qualcosa di simile!*
D'accordo..
*Mormorò, in risposta alla frase dell'Angelo.
No, da quel momeno in poi di sicuro non si sarebbe più fidato di chiunque.
Almeno non prima di aver controllato se chi diceva di essere un Elfo avesse davvero le orecchie appuntite.
La Regina, suo malgrado, sorrise, davanti a quella scena.
Le era simpatico, quel bambino.
Quando Nitram ebbe finito le sue esibizioni, la donna cominciò a camminare tranquillamente, a piedi scalzi sul terriccio, incurante come al solito delle occhiate altrui.
Fece un centinaio di metri lungo il tronco dell'immensa quercia che era la sua Reggia, fino a che non si trovarono davanti a una specie di gazebo, fatto con i rami intrecciati della stessa quercia, sotto sui c'era un tavolo con un paio di sgabelli in pietra.
La donna si sedette sul primo sgabello che le capitò a tiro, con un sospiro quasi di sollievo.
Finalmente erano soli!*

*Eccoli là, tutti e due seduti fuori dalla Reggia Elfica.
Beh, fino a lì c'erano arrivati... e ora?
Ora veniva il difficile: cominciare a parlare di qualcosa di cui non si voleva parlare.
Da che parte iniziare, dal bacio o da quello che lui le aveva detto prima?
Che diamine, non ne aveva idea.
Un respiro profondo, uno sguardo alla quercia alle loro spalle, e la Regina sembrò calmarsi.
Sembrò.
In realtà stava cercando con tutte le forze qualcosa di intelligente con cui poter cominciare quel maledetto discorso.
Ma perchè quando le servivano, le parole non uscivano mai?
Era una specie di maledizione..
Sbuffò, scocciata, poi si decise.*
Dunque... da che cominciamo, non so...
*Abbassò lo sguardo, un pò in imbarazzo, passando il dito indice della mano destra su una venatura scura della pietra di cui era fatto il tavolo attorno al quale erano seduti.
Non sapeva che dire.
A quel punto, dopo secondi di imbarazzante indecisione, si decise.
Sollevò lo sguardo, guardando l'Angelo*
Perchè quel bacio?

*Bene.
Benissimo.
Risposta peggiore di quella non poteva dargliela.
E ora, che avrebbe dovuto dirgli, che non poteva?
O forse che non voleva?
No, non era quello..
Il fatto era, molto più semplicemente, che lei era una Regina, e aveva dei doveri.
Molti doveri, forse anche troppi, per una persona sola... ma pur sempre dei doveri.
Come poteva permettersi, lei, di pensare anche a lui?
Non bastava forse un intero popolo, anzi due, a cui badare?
Non bastava forse il fatto che ogni santa mattina fosse costretta a far sorgere il Sole e a controllare che rimanesse lì per tutto il giorno?
Non bastava che tutti, ma proprio TUTTI, dovessero fare capo a lei, per sostenersi sia fisicamente, coi suoi frutti, che mentalmente, con le sue leggi e i suoi consigli?
Era esasperante, decisamente.
In più, e questo era ciò che la faceva incavolare maggiormente, era convinta di provare anche lei qualcosa.
Certo, non sapeva cosa, ma era pur sempre un qualcosa.
Sbuffò, appoggiando stancamente una mano sulla fronte.*
Beh, almeno siete sincero..
*Forse.
Sembrava sincero, era più giusto.
In fondo che poteva saperne lei, se quello che le stava dicendo fosse vero o no?*
Quindi?
*Che avrebbe dovuto fare, lei, a quel punto, lasciar perdere tutto e fuggire con lui?
No, non se ne parlava nemmeno..
Eppure una parte di lei ne aveva voglia, aveva voglia di fuggire da quel mondo assurdo popolato da regole e obblighi insensati.
Anche lei voleva vivere un pò.*

*Fare chiarezza nel proprio cuore..
Pare facile!
No, in quel momento la Regina non era molto in grado, di fare chiarezza... soprattutto non nel proprio cuore.
Eppure, se vogliamo, quella era l'occasione per dire di no subito e farla finita lì.
Avrebbe potuto dire di avere già il cuore chiaro e splendente, di non essere interessata..
Invece non lo fece.
Rimase semplicemente con lo sguardo perso nel vuoto, per un paio di secondi.
Doveva effettivamente pensarci sopra.
Certe decisioni, certe sensazioni, non era in grado di metterle in ordine così, su due piedi.*
Dovete... dovete darmi un pò di tempo.
*Si, in effetti era di quello che aveva bisogno.
Tempo per stare un pò da sola, per fare le sue riflessioni personali, per cercare di capire come mai prima di parlare a quel pennuto la gola le si chiudeva ermeticamente!
Non poteva dargli una risposta così, su due piedi.*